Padogobius bonelli
Ghiozzo padano | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa Bilateria |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Osteichthyes |
Superordine | Acanthopterygii |
Ordine | Perciformes |
Sottordine | Gobioidei |
Famiglia | Gobiidae |
Sottofamiglia | Gobiinae |
Genere | Padogobius |
Specie | P.bonelli |
Nomenclatura binomiale | |
Padogobius bonelli Bonaparte, 1846 | |
Sinonimi | |
Gobius bonelli | |
Nomi comuni | |
Ghiozzo padano, Ghiozzo di fiume | |
Distribuzione | |
Il ghiozzo padano (Padogobius bonelli), conosciuto commercialmente come ghiozzo padano[2], è un pesce d'acqua dolce endemico dell'Italia settentrionale appartenente alla famiglia Gobiidae.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Il ghiozzo padano è diffuso naturalmente nei fiumi dell'Italia settentrionale (e del Canton Ticino in Svizzera), dal bacino del Po all'Isonzo da cui sconfina in territorio sloveno. A sud scende fino alle Marche (bacino del Tronto). Una popolazione autoctona è presente in Istria e nel fiume Zermagna in Croazia.
È presente anche nel Lago di Garda e in altri grandi laghi prealpini.
È stato introdotto (transfaunazione) con acclimatazione in diversi corsi d'acqua dell'Italia centrale e meridionale tra cui i fiumi Arno, Serchio ed Ombrone in Toscana, il Tevere, l'Amaseno ed il Mignone nel Lazio, il Bradano in Basilicata, ma anche nel Ricica in Croazia.
La specie è abbastanza tollerante in fatto di habitat, le sue principali esigenze riguardano la qualità dell'acqua, che deve essere ossigenata e limpida e la presenza di ciottoli di dimensioni abbastanza grandi, essenziali per la costruzione del nido. In generale abita la Zona dei Ciprinidi a deposizione litofila scegliendo zone con corrente non eccessivamente forte.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Appare assai simile al ghiozzo di ruscello un tempo considerato congenere ma presenta squame più piccole che sono assenti nella regione della nuca e non presenta canali mucosi sul capo.
La livrea è brunastra chiara sul dorso con 4/5 fasce a sella marrone scuro e numerose macchie più scure sui fianchi mentre sul ventre è biancastra.
Una macchia scura in genere ben visibile è presente all'attaccatura delle pinne pettorali mentre la prima pinna dorsale presenta una fascia grigio scuro a metà circa (il bordo della pinna è invece chiaro). Durante la riproduzione i maschi assumono un colore scuro, quasi nero.
Le dimensioni sono piccole, infatti la media è di 6-8 cm e un esemplare di 10 cm è quasi un record.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Ha abitudini essenzialmente notturne e sedentarie, non si sposta molto, in genere, dal suo territorio. Vive in piccoli banchi che si spostano assieme alla ricerca di cibo.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Il periodo riproduttivo va da maggio a tutto luglio, durante questo periodo in maschio diviene territoriale e difende un rifugio ricavato sotto un ciottolo in cui attira la femmina anche grazie all'emissione di suoni. Le uova vengono deposte sul soffitto del rifugio e vengono poi sorvegliate, difese ed ossigenate (mediante sbattimento delle pinne pettorali) dal maschio. Le larve hanno vita pelagica per alcuni giorni.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Si nutre di invertebrati bentonici, soprattutto di larve.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]È danneggiato dall'inquinamento e dall'abbassamento delle falde.
La sua introduzione in corsi d'acqua dell'Italia centrale costituisce la maggiore minaccia per la sopravvivenza dell'affine ghiozzo etrusco.
Pesca
[modifica | modifica wikitesto]Occasionale, con lenze innescate con vermi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Padogobius bonelli, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci Edizioni PLAN 2005; pagg. 90 - 91
- Zerunian S. Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole 2002; pagg. 113-114
- Bruno S., Maugeri S. Pesci d'acqua dolce, atlante d'Europa, Mondadori 1992
- Kottelat M., Freyhof J. Handbook of European Freshwater Fishes, Publications Kottelat, Cornol (CH), 2007
Altri progetti
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